I numeri esistevano prima della ragione, 1, 2, 3, 4… rappresentano qualità e non solo quantità
Numeri arabi
Quelli che utilizziamo correntemente sono chiamati numeri arabi. Differenti da quelli romani, in uso fino al IX d.C. che oggi sono usati quasi solo per i quadranti degli orologi e per indicare i capitoli dei libri.
Numero zero arabo
La rivoluzione della numerazione araba fu determinata dall’utilizzo dello zero. Tutte le culture antiche hanno dato una notevole importanza al computo del tempo, prendendo come riferimenti fissi e ciclici i movimenti dei pianeti.
Gli arabi divisero il tempo e lo spazio con immagini che hanno una logica filosofica matematica grafica, semplice e comprensibile. Le quantità dei numeri erano espresse dal conteggio degli angoli interni delle immagini generate, come dall’esempio qui di seguito riportato.
Zero = nessun angolo, ma zero, origine di tutte le cose è l’equivalente di trecentosessanta angoli, (3 + 6 = 9) ovvero il vuoto/tutto. Un’immagine che rappresenta il concetto di questa assolutezza è la pennellata che genera un cerchio.
La perfezione del cielo viene sintetizzata dall’immagine grafica appiattita della sfera. Il vuoto contenuto all’interno del cerchio, vuoto come lo spazio della yao ou rappresenta una parte del tutto.
Dal vuoto il tutto
Archè ed escatòs, inizio e fine.
Numeri, esoterismo del numero zero. Differenti immagini di uroboro in culture diverse
L’uroboro: il serpente che si morde la coda, rappresenta l’Α e l’Ω, (alfa e omega) l’arché e l’escatòs, l’inizio e la fine.
Differenti immagini di uroboro in culture diverse:
Per rappresentare il numero uno, nel senso della quantità, viene eseguita un’unica pennellata orizzontale. Yi il suo nome nella trascrizione fonetica pinyin. La yao yi per contrapposizione complementare diviene l’espressione della compattazione dell’energia. L’energia si rende manifesta, la sua strutturazione.