Ecco l’ultimo libro di Laozu, Casi clinici.
Libro di cuore e non di testa.
Casi clinici, il libro che noi tutti forse stavamo aspettando, parla di se, di casi comuni e particolari, una specie di autobiografia tra lo scientifico e il ricordo. Una guida ai casi clinici. Come sono stati affrontati. In questo testo appare l’uomo che conoscono solo coloro che gli sono più vicini. Un libro che non può mancare nella libreria di ogni riflessologo che si ritiene tale. E’ già un best seller della riflessologia, e soprattutto della Riflessologia Zu. Nell’ultima parte un’appendice di come utilizzare strumenti di uso comune in maniera corretta rispetto al corrente.
Ecuador
Un mese l’anno con mia moglie lo trascorro in Ecuador. Suo paese d’origine, mio di compimento. Libero da impegni lavorativi mi ero ripromesso di tentare ancora una volta di portare a termine il “Manuale Pratico di Riflessologia Zu”. Ormai erano quasi due anni che giaceva in attesa di essere terminato. Mancava meno di un quarto. In più occasioni avevo provato a metterci mano, ma la mancanza di tempo, di concentrazione e altre cause contingenti me lo impedivano.
Quito
A Quito finalmente ho trovato ciò di cui avevo bisogno. Tempo, silenzio, tranquillità. In meno di una settimana sono riuscito a portarlo a termine. La mattina alle cinque, come mio consueto ero già al computer. Alle otto colazione. Alle nove mia moglie e sua madre uscivano per le loro faccende lasciandomi solo per lavorare senza essere disturbato fino all’una.
Atacames
Recuperato il ritmo, potevo fermarmi? Ovviamente no! Terminato di scrivere il “Manuale Pratico di Riflessologia Zu”, considerando le cose che non avevo scritto e che avrei voluto o potuto, ero già proiettato al testo successivo, così le tre settimane seguenti benché ci fossimo spostati dalla sierra alla costa, sull’oceano Pacifico, da Quito ad Atacames, ho scritto tre quarti del mio settimo testo.
Sette, compimento del movimento, “…e il settimo giorno si riposò.” Sette come i bracci del candelabro ebraico, i giorni della settimana, i sette pianeti, il serpente dei sette passi… Sicuramente sarà l’ultimo, (?), una specie di testamento spirituale, riuscirò a potarlo a termine? Riuscirò a pubblicarlo? O qualcuno se ne incaricherà?
Pazienti curiosi
Ciò che mi è costantemente richiesto dai pazienti più curiosi è come ho iniziato questa attività. Invece dagli allievi è come fare una diagnosi. Non seguitemi, anticipatemi, altrimenti non potrete essere mai numeri uno, al massimo numeri due, dei quali nessuno si ricorderà.
Leonardo:
«Tristo è quel discepolo che non avanza il suo maestro.»
Da qui ho deciso d’iniziare questo cammino a ritroso, una specie di sintesi della mia vita, forse una biografia auto terapeutica. Guardarsi indietro con spirito migliorativo. Fare un consuntivo per un nuovo preventivo di ciò che mi rimane da vivere. Ha sicuramente qualcosa di positivo e creativo, in qualunque caso:
«Meglio muoversi da soli che rimanere fermi insieme.»
«Meglio cento giorni da leone che uno da pecora.»
In Cina le persone anziane sono considerate sante o saggi perché sono state osservanti “La Via”, il Dao.
«Si regolavano sullo yin/yang e raggiungevano l’armonia con le pratiche e i numeri…»
Neanche io mi sono mai ammalato. Non ho mai perso un giorno di scuola o di lavoro. Sono vegetariano da quarantasei anni. Secondo le statistiche dovrei essere già morto. Forse lo sono, ma mi sono dimenticato di farmi seppellire. Dopo quaranta anni di lavoro continuo, a sessant’anni ho deciso che era il momento di dedicarmi a qualcosa di ludico e meditativo. Fare qualcosa per me, così ho scoperto la gioia e il piacere del tiro con l’arco. Ora tendo il mio potente longbow con grazia e fluidità poco comune anche tra i giovani e gli arcieri tecnologici.
Leonardo.
«Sì come una giornata bene spesa dà lieto dormire, così una vita bene usata dà lieto morire.»
(Codice Trivulziano)
«Una volta che abbiate conosciuto il volo, camminerete sulla terra guardando il cielo, perché là siete stati e là desidererete tornare.»