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Parliamo di semeiotica generale

Semeiotica

La parola semeiotica o semiotica, deriva dal termine greco semeion che significa segno. In campo diagnostico clinico è la disciplina che studia i segni del corpo e si applica alle relazioni tra sintomi e malattie. Il segno nella semeiotica è inteso come l’elemento minimo di rimando. Studio del segno s’intende la ricerca del livello più semplice, quasi astratto del senso relazione duale che lega il significato al significante.

 

Studia i fenomeni di significazione e di comunicazione

La semeiotica è la disciplina che studia i fenomeni di significazione e di comunicazione, quindi si può dire che il segno in generale è considerabile qualcosa che rinvia a qualcos’altro. Per significazione s’intende la relazione che lega qualcosa di materico e presente a qualcosa d’assente. Non c’è, in realtà in quel momento mancano solo le condizioni per il suo  apparire.

 

Relazione di significazione

Due frecce, una che indica “scale” e una “ascensore”. Quando scelgo e metto in pratica sto usando una relazione di significazione. Sto attivando un processo di comunicazione. Le relazioni di significazione definiscono il sistema che viene ad essere il presupposto dei processi di comunicazione.

 

La semeiotica si applica alle relazioni tra sintomi e malattie

Una raccolta di elementi di facile lettura. Indirizzato a coloro che si occupano di salute al naturale. Capaci di cogliere il sottile, intuire, orientare le proprie scelte terapeutiche trasmesse da informazioni labili e leggere come battiti d’ali. In campo diagnostico clinico, la semeiotica è la disciplina che studia i segni del corpo e si applica alle relazioni tra sintomi e malattie.

 

Sollecitare la ricerca del perché di uno squilibrio con la semeiotica

La parola semeiotica in questa circostanza è stata volutamente omessa dal titolo per non inibire eventuali lettori non avvezzi al linguaggio dello Zu Center. Queste pagine non vogliono avere la pretesa di un’enciclopedia universale. Ma almeno sollecitare la ricerca del perché di uno squilibrio. Tentare una risposta il più possibile soddisfacente. Tanto più grande sarà la comprensione dei meccanismi dell’infermità, tanto più ci sarà chiaro che nulla è per caso.

 

Comprendere il decorso della malattia

Ci aiuterà ad accettare il decorso della malattia. Nel rispetto dei ritmi biologici dai quali non possiamo prescindere.  Evolvere verso uno stato di salute più stabile, nel momento in cui comprendiamo i motivi di una alterazione. Di un malessere diffuso, anche se non considerato ancora malattia, perché non crea limitazioni nel lavoro o nello studio. In ogni caso c’è qualcosa che non va come dovrebbe. Questa comprensione ci deve aiutare a liberarci dalla paura del non sapere cosa stiamo vivendo.

Il bravo arciere non è quello che trapassa il bersaglio,

ma colui che fa centro!

Questa frase di Confucio applicata ai concetti salute e malattia ci porta a considerare il paziente, la diagnosi e la terapia in un’ottica differente. L’inizio di un cammino verso una nuova forma di comprensione. Per poter migliorare la condizione fisica ed emotiva di noi stessi e degli altri bisogna apprendere come siamo fatti.

 

Sollecitare la ricerca del perché di uno squilibrio

Queste pagine non vogliono avere la pretesa di un’enciclopedia universale, ma almeno sollecitare la ricerca del perché di uno squilibrio e tentare una risposta il più possibile soddisfacente. Tanto più grande sarà la comprensione dei meccanismi dell’infermità, tanto più ci sarà chiaro che nulla sia per caso. Questo ci aiuterà ad accettare il decorso della malattia nel rispetto dei ritmi biologici. Dai quali non possiamo prescindere ed evolvere verso uno stato di salute più stabile.

 

Lettura semeiotica

Nel momento in cui comprendiamo i motivi di una alterazione. Di un malessere diffuso, anche se non considerato ancora malattia. Perché non crea limitazioni, nel lavoro o nello studio. Ma in ogni caso c’è qualcosa che non va come dovrebbe. Già questa comprensione ci deve aiutare a liberarci dalla paura del non sapere cosa stiamo vivendo.

 

Miriamo a curare l’anima della persona

Chi sta bene con se stesso sta bene da solo, con gli altri, in montagna, al mare, ovunque. Stare bene oggi sembra un autentico miraggio, una meta da raggiungere. Con il nostro lavoro quotidiano, attraverso i piedi, ci proponiamo di ristabilire il benessere complessivo contenuto nel concetto di salute e proseguendo nella ricerca. A livelli d’elevata professionalità, miriamo a curare l’anima della persona. Parlare di Reflessologia Zu in questi termini a chi non ha un’esperienza diretta, almeno come paziente, può apparire un linguaggio poco consueto, con possibili interpretazioni assai diverse secondo l’interlocutore.

 

La capacità di vedere aldilà di ciò che appare

Sono situazioni, vissuti emozionali, sensazioni difficili da descrivere e verbalizzare se non si è giunti a un punto che di fisico ha sempre meno. Il lavoro quotidiano, costantemente vissuto come forma di meditazione attiva, ci permette di raggiungere quella condizione emozionale e psicologica che gli indiani chiamano l’apertura del terzo occhio. La capacità di vedere aldilà di ciò che appare. A questi livelli non stiamo più parlando di tecnica, ma di identificarsi con il sentire. Percepire l’anima, il sottile attraverso il non sottile: i piedi. Ciò diventa percezione dell’assoluto.

 

Il serpente che si morde la coda

L’uroburo, il serpente che si morde la coda. I due estremi che si uniscono e generano un cerchio. Immagine grafica appiattita della sfera, quindi della perfezione. Il cerchio è interpretabile come zero angoli o come trecentosessanta angoli. Si arriva sempre a un punto che diviene la congiunzione tra il materiale e l’immateriale. Tra lo yin e lo yang, il ritorno al principio primo.

 

Canne al vento

Acquisita la flessibilità di canne al vento. Quello che prima era sempre stato l’esprimere un giudizio, ora giustamente appare un pregiudizio. Si sta apprendendo a leggere, a considerare cose che prima non erano interpretate in quest’ottica. Con l’umile lavoro quotidiano si re-impara a considerare gli altri sotto aspetti diversi. Tutti i giorni attraverso i piedi, leggiamo e trasmettiamo al paziente cose che non sa di stare vivendo o di aver vissuto.

 

Jun zi

Nel cammino per divenire degli autentici jun zi. Persone che si sono avviate a percorrere il dao.  Bisogna assumersi responsabilità nuove, che prima non avremmo mai pensato di doverci assumere. Bisogna superare la banalità della risposta sempre pronta che per ogni disagio c’è il rimedio già pronto, immediatamente efficace e assolutamente risolutivo.

 

Nuove cause di malattia

Una volta la maggior parte delle cause che determinavano le malattie erano di origine esogena. Esterne a noi, le problematiche principali erano generate dalla poca igiene, poca alimentazione, superlavoro fisico, epidemie. Oggi queste cause nella società occidentale sono tenute sotto controllo, eppure ci si continua ad ammalare, anche se per cause diverse.

 

La salute è un bene da conservare oltre che da recuperare

Con l’aumentata conoscenza del mondo in cui viviamo, più prendiamo coscienza del nostro non star bene in un’ottica preventiva, tanto più sarà facile tenere sotto controllo il nostro stato di salute. La salute è un bene da conservare oltre che da recuperare. Ciò è possibile solo se si acquisisce una sensibilità nei confronti della nostra unità psicofisica. È necessario entrare nella comprensione di alcuni concetti semplici ma allo stesso tempo importanti.

 

Informazioni in entrata

Siamo esseri umani bersagliati da una notevole quantità d’informazioni, ovviamente non tutte corrette. Le informazioni in entrata non sono positive o negative in assoluto, lo sono in relazione alla nostra condizione psicologica, fisica, ambientale. È l’ambiente che crea l’uomo, ma l’uomo lo condiziona e purtroppo per fini egoistici tende a distruggerlo, ma in alcune occasioni l’ambiente si ribella con manifestazioni catastrofiche planetarie: inondazioni, siccità, epidemie.

 

Origine del disagio

La determinazione dell’origine di un disagio, per noi Reflessologi Zu non avviene solo attraverso l’interpretazione delle alterazioni dei piedi. Inizia molto prima. La visione del mondo, riflessa solo su una parte di esso  non ci permette di escludere niente dall’indagine. Ci può portare all’identificazione di uno squilibrio. Il grande è riflesso nel piccolo, ne è la miniaturizzazione. Interiorizzando il pensiero riflesso-logico bisogna imparare a prendere in considerazione tutto quanto ci circonda come proiezione del tutto. L’elemento più piccolo dev’essere anch’esso inquadrato e catalogato. Inserito in una visione più ampia. La mente deve essere organizzata come una grande libreria. Vi faccio l’esempio delle mie due raccolte di libri, quella di casa e quella del lavoro.

 

Casa

Prima suddivisione, ho separato i libri secondo le argomentazioni. Acasa ho lasciato i libri di letteratura, saggistica, poesia, cultura generale. A loro volta suddivisi in differenti scaffali e ripiani a seconda gli autori e le nazionalità: narrativa italiana, straniera, letteratura eccetera.

Lavoro

I libri scientifici e di studio li ho sistemati dove lavoro per avere l’opportunità all’occorrenza di consultarli. Anche qui differenti catalogazioni dislocando i volumi in differenti scaffali concernenti i gruppi d’argomenti trattati. Ci sono i ripiani delle reflessologie, a loro volta divisi per piedi, mani, occhi, orecchie… Altre suddivisioni per i testi d’anatomia, fisiologia, patologia. Cultura cinese suddivisa in trattati d’agopuntura, alimentazione, divinazione, filosofia, arti marziali… Se ho bisogno di un libro non devo andare a cercarlo. Conosco esattamente la sua dislocazione. Lo trovo a occhi chiusi perché so esattamente dov’è situato. Ho libri che studio e che sento l’esigenza di rileggere, altri che leggo, altri ancora che consulto occasionalmente.

 

Inizio dal generale per giungere al particolare

Nella determinazione di un disagio seguo gli stessi criteri: si inizia dal generale per giungere al particolare. Si deve giungere l’unicum. All’origine dell’alterazione. Attraverso un percorso selettivo che va dal deduttivo all’induttivo alternativamente. La strategia consiste nel mettere quante più informazioni possibili dentro un imbuto. Inevitabilmente confluiranno in un solo punto. il centro è l’origine dello squilibrio. Il benessere di qualsiasi organismo, dal micro al macro, in termini tradizionali cinesi, dipende dal dinamico equilibrio dell’inscindibile rapporto yin/yang.

 

Fondamentale è l’origine

In ogni patologia l’oggetto della ricerca diagnostica riguarda unicamente la valutazione di questo squilibrio, che della patologia è fondamento e origine, è questo squilibrio che va indagato e precisato. Nello Zhen Jiu Da Cheng, trattato d’agopuntura e di moxibustione, scritto da Yang Ji Zhou verso l’anno 1601 d.C. si afferma:

Nella Tabula Smaragdina d’Ermete Trismegisto troviamo scritto:

«Ciò che è in basso è uguale a ciò che è in alto

e ciò che è in alto è uguale a ciò che è in basso,

per compiere le opere meravigliose dell’unica cosa.»