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Zu Center - Massaggi ai piedi, Riflessologia Plantare, terapie Naturali antalgiche

Mappa dei piedi 1, viaggio attraverso le 4 zone riflesse

Reflessologia Plantare Zu, Massaggio dei piedi

Mappa dei piedi 1, le reflessologie sono la proiezione completa ancestrale di tutto il corpo solo su una parte di esso. Immaginiamo di fotografare una persona, rimpicciolirne la foto e proiettarla solo su una parte del corpo.

Le terminazioni nervose attraverso processi d’afferenza ed efferenza, trasmettono dall’interno verso l’esterno e viceversa disagi e problematiche degli organi interni.

Attraverso questi meccanismi si è in grado di raggiungere i differenti organi con sollecitazioni mirate all’ottenimento dell’ossigenazione dei tessuti attraverso la vascolarizzazione degli stessi.

La provata efficacia di queste metodiche è determinata dal fatto che s’interpretano i segnali che il nostro organismo invia attraverso le aree più periferiche, mani, piedi, orecchie, lingua, naso, occhi, che sono le aree con la maggior concentrazione di terminazioni nervose.

Il Metodo Zu si è affermato per lo studio approfondito e analitico dell’identificazione dei punti riflessi sul piede. Le aree sensibili sono state identificate localizzando l’epicentro del dolore in relazione alle ossa e ai muscoli.

Le aree riflesse, sono quelle particolari parti del nostro corpo, che se giustamente sollecitate, determinano una reazione antalgica, scomparsa del dolore, o un recupero funzionale dell’organo in una zona diversa e lontana dal punto stimolato.

In ogni parte del corpo ritroviamo proiettato l’intero sistema in maniera organica, precisa, logica, in tutte le sue proporzioni.

Come agiscono i punti riflessi

I neuroni sono cento miliardi di centraline microscopiche del pensiero (diametro tra cinque e cento millesimi di millimetro), contenute in questa scatola di modeste dimensioni che è il nostro cranio. Hanno il compito di elaborare i messaggi e trasferirli lungo le vie nervose.

Ogni neurone è attrezzato per ricevere informazioni nervose dai suoi pari mediante i dendriti. Sottili filamenti ramificati che lo fanno somigliare a una piovra, trasmettere i propri messaggi mediante un prolungamento tubulare detto assone o cilindrasse.

Il punto di connessione tra l’assone di una cellula e il dendrite dell’altra si chiama sinapsi, è la chiave di volta di tutto il sistema di comunicazione neuronale.

Si è scoperto che le cellule nervose possono in modi non ancora ben conosciuti auto ripararsi in caso d’eventuale danneggiamento emettendo nuovi terminali d’assoni, instaurando altre sinapsi, riformando le connessioni perdute.

La prima dimostrazione in questo senso è valsa il premio Nobel a Rita Levi Montalcini, dopo che nel 1954 era riuscita ad isolare il Nerve Growth Factor (NGF), in altre parole il fattore naturale capace di stimolare, appunto, la crescita dei neuroni. Tutti i segnali nervosi in entrata e in uscita sono di natura elettrica.

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Premio Nobel a Rita Levi Montalcini

La situazione d’equilibrio del campo elettrico si modifica quando si sviluppa un impulso nervoso che può avere differenti origini: luminosi, acustici, gustativi, olfattivi, tattili ma anche ripescati dalla nostra memoria.

L’acetilcolina è il neuro trasmettitore che fa muovere i muscoli, facendo progredire il segnale elettrico dalla corteccia alla placca motrice neuro muscolare. I segnali sono trasformati in chimici ed elettrici, una volta raggiunta la sede occipitale, il cervello provvede alla loro decodificazione.


Con un massaggio veloce e leggero generiamo delle onde corte, quindi d’alta frequenza, veloci, penetranti, quando raggiungono un organo bersaglio, determinano una reazione chimica acida che a sua volta determina un rilassamento dei tessuti o degli organi più contratti e irrigiditi.

Un organo ingrossato, indurito per problematiche acute o croniche, se bersagliato velocemente, è sollecitato con un tipo d’attività simile a quella di uno scalpello contro una roccia: non pochi grossi colpi, ma tanti piccoli.

Situazione opposta, un massaggio lento, profondo, pesante, per la legge fisica, la pressione genera calore, ha una trasmissione per mezzo d’onde lunghe, basse, lente.

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Questo impulso quando raggiunge l’organo bersaglio, genera una reazione basica che determina a sua volta una tonificazione dei tessuti per effetto degli zuccheri che vengono a sintetizzae

si. Se un organo è stanco, prolassato, un massaggio lento e profondo è tonificante, energizzante, per esempio è possibile far recuperare la fisiologica capacità peristaltica alla cistifellea o allo stomaco.

Il massaggio che esercitiamo è un’azione meccanica che nel nostro organismo si trasforma in una reazione chimico-elettrica. Il nostro corpo reagisce a due sollecitazioni fondamentali: contrazione e rilassamento, che possiamo tradurre in sollecitazioni caldo-freddo, una carezza /pizzicotto, taglio/punta, tirare/rilasciare, dolce e acido e così via all’infinito. Le leggi universali del Tao yin/yang restano immutabili.

Laozu Baldassarre

I.A.R.S. (Indentificazione Aree Riflesse Sensibili)

Mappa dei Piedi 1, le differenti zone sono distribuite sulla pianta, sul dorso, sulla parte laterale esterna e mediale interna. Quindi abbiamo quattro proiezioni: 1 visione plantare, 2 dorsale, 3 laterale interna e 4 laterale esterna. Siamo tridimensionali e questa tridimensionalità si proietta sui piedi. 

La Reflessologia Plantare Zu va oltre questa tridimensionalità resa graficamente piana e prende in considerazione anche una terza proiezione “la profondità”! Quando si massaggia si porta l’attenzione ai differenti strati corporei: pelle, connettivo, vasi sanguigni, muscoli e ossa…

Un ulteriore salto qualitativo della mappa dei piedi, interpretativo diagnostico e terapeutico della Reflessologia Plantare Zu è l’utilizzo dei meridiani energetici della M.T.C., (Medicina Tradizionale Cinese), anatomici e riflessi.

Mappa dei piedi 1, aree riflesse del piedi

Nella mappa dei piedi 1, tutte le aree sono state localizzate mirando all’epicentro del dolore di ogni area sensibile e in relazione alle ossa e ai muscoli. Un piede può essere lungo, largo, corto, grosso, magro, ed entrando nelle patologie piatto, cavo, equino, varo, valgo, torto. Questo tipo di lettura rende oggettive l’identificazione delle aree riflesse.

Movimento Acqua immagine scheletro piede
Movimento Acqua immagine scheletro piede

Questa della mappa dei piedi 1 è dedicata allo studio e all’Identificazione delle Aree Riflesse Sensibili. Iniziamo con la proiezione della struttura ossea. Ho colorato di nero le zone riflesse corrispondenti, in relazione al Movimento Acqua.

Cominciamo dalle ossa perché nella mappa dei piedi, secondo la mia esperienza didattica, risulta generalmente più comprensibile la loro proiezione generale. Costruiremo prima l’impalcatura rappresentata dal sistema osteo articolare, poi andremo a riempirlo con gli organi dislocati a seconda delle corrispondenze.

Affidatevi alla logica sequenziale: «Sotto la testa cosa c’é?» «Il collo!» Bene vedete che le risposte arrivano da sole: quindi se questo osso corrisponde al cranio/testa, quest’osso sotto corrisponderà alle vertebre cervicali ecc.

Il sistema osteo articolare diventa così un ottimo elemento di repere che ci aiuta nella memorizzazione della dislocazione delle aree riflesse dei piedi. Nella fase iniziale, dove si presuppone che la memoria sia importante, verificherete che la logica della distribuzione delle differenti aree è lì, sotto mano, pronta per essere scoperta con stupore.

Imparate ad apprezzare fin dall’inizio la perfezione delle proporzioni riflesse

Il macrocosmo si proietta in una formidabile logica nel microcosmo. Più sarete attenti, scrupolosi nell’osservazione, più penetrate la motivazione di essere di una sporgenza o di una cavità, tanto più la logica del loro essere vi apparirà stupefacente.

Niente è a caso. Vi auguro di avere lo stesso stupore che a distanza di anni continua ad accompagnarmi nelle continue scoperte, associazioni logiche, evidenze che sono lì sotto i nostri occhi e alle quali non abbiamo mai badato. Non creano, scopriamo.

Vi auguro buon viaggio alla scoperta dell’universo piede

Nella nostra scuola l’apprendimento è sostenuto da una notevole quantità di ausili didattici: audiovisivi, diapositive, lavagna luminosa, una grande lavagna bianca tipo universitario sulla quale si può scrivere a colori e applicarci elementi calamitati, lo scheletro del piede è sempre a “portata di mano”, computer, dispense ecc. 

Quando inizia l’attività grafica dell’Identificazione delle Aree Riflesse Sensibili, sono distribuiti fogli sui quali sono prestampati i piedi con le ossa in evidenza e le corrispondenti aree che dovranno essere colorate. Questi percorsi li potrete rivivere seguendo le immagini che corrispondono ai vari movimenti.

MOVIMENTO ACQUA 

Reflessologia plantare movimento acqua

mappe dei piedi visione dorsale movimento acqua
mappe dei piedi 1 visione dorsale movimento acqua

L’Acqua è l’essenza della vita, essa si presta a ogni mutamento, è perseverante e arriva ovunque. L’Acqua penetra nel profondo e scorre, forma i vapori, le nebbie, le nuvole del Cielo. L’energia cosmica del Movimento Acqua è il freddo.

La stagione che gli corrisponde è l’inverno ed è in inverno che sono più numerose le ore di buio rispetto alle ore di luce. 

Il colore nero, il non-colore, la non-luce è una delle manifestazioni dello yin, quindi di tutto ciò che ci riconduce a un concetto di contrazione, chiusura, basso, materiale, pesante, lento. Nel taijitu lo yin è rappresentato dal nero posto in basso a destra.

L’organo zang, pieno, è il rene, il suo associato organo fu, vuoto è la vescica. Il rene rappresenta la forza intrinseca. È l’organo posto più in profondità nel nostro corpo, superprotetto nella loggia renale.

Prima cosa dobbiamo visualizzare una persona seduta con le gambe in avanti. Immaginiamo di fotografarla vista di lato, rimpiccioliamo l’immagine e proiettiamola sul piede.

L’alluce viene diviso in prima e seconda falange, la prima è la più prossimale, la seconda quella con l’unghia.

Mappa dei piedi 1, la testa

Mappa dei piedi 1, la seconda falange del primo dito corrisponde alla testa, perché la testa è la parte più alta del nostro corpo e conseguentemente ha la sua corrispondenza nella parte più alta del piede, quando è appoggiato sul calcagno come dall’immagine proposta.

La testa è costituita dal cranio che ne è la struttura ossea e altri parti molli che per ora non prendiamo in considerazione. Sotto la testa abbiamo il collo, che identifichiamo come prima falange del primo dito.

Anche il collo è differenziato nella sua struttura ossea che divengono le vertebre cervicali e i tessuti molli. Ecco quindi che l’articolazione prima-seconda falange del primo dito conseguentemente corrisponde all’articolazione testa-collo, nello specifico cranio-atlante-epistrofeo.

Scendendo incontriamo un’altra articolazione anatomicamente un po’ sporgente, l’articolazione metatarso falangea del primo dito, conosciuta soprattutto nella sua evidenza patologia come alluce valgo.

Questa nella mappa dei piedi corrisponde alla proiezione della settima vertebra cervicale-prima dorsale (C7-D1). Quindi la prima vertebra dorsale viene ad essere identificata con la porzione distale del primo metatarso, il più corto e il più tozzo, con un’evidente cavità centrale.