Gentile Laozu,
le scrivo per sapere se le tecniche terapeutiche di riflessologia possano, dal suo punto di vista, aiutarmi a risolvere un ormai annoso problema al piede che oltre a provocarmi costante dolore ha notevolmente modificato la mia vita.
Ho 35 anni e oltre a svolgere l’attività di psicologa, dall’età di 20 anni studio danza e ora tango argentino che da qualche tempo ho preso a insegnare. Da qualche anno sono praticamente ferma. Ho iniziato ad accusare dei dolori al piede sinistro in corrispondenza del primo e secondo raggio, per altro in un periodo di stacco dall’attività di ballo, poi una mattina mi sono svegliata con avampiede gonfio e dolente, il dolore ha preso via via forme più acute e a tratti neuropatiche.
A ottobre sembrava rientrare la situazione ma dopo aver sentito come uno strappino vicino al sesamoide dell’alluce nuovamente gonfiore e dolore persistenti. A oggi nessuna diagnosi o esame radiologico significativo (da una rm fatta ancora ad agosto risulta dell’infiltrato edematoso ma nulla di specifico). Solo l’ultima ecografia sembra dare un po’ di luce: il profilo mediale dello scafoide tarsale appare pluriframmentato con frammenti irregolari in corrispondenza dell’inserzione distale del tendine tibiale posteriore. Tale frammentazione è presente anche a destra con profili più regolari (che sia congenita?)
Altro elemento: si riconosce immagine ipoecogena solida situata a ridosso del profilo tendineo del flessore del primo e secondo dito, confrontata con rm di ottobre il radiologo dice essere compatibile con tessuto adiposo che si insinua tra i fasci muscolari dei flessori brevi delle dita citate.
Mi scusi la lungaggine, ma faccio fatica a sintetizzare un periodo di sofferenza così lungo. Le terapie eseguite fino ad ora (ultrasuoni, laser, tecar, fans, riposo funzionale, contrasti freddo caldo, ghiaccio, infiltrazioni di cortisone, plantari, osteopatia) non hanno dato grandi risultati, tranne un po’ di sollievo dai plantari (e tanto dalle persone che mi sono accanto).
Mercoledì torno a Torino dall’ortopedico che vuole rivedermi alla luce dell’ecografia. Mi farebbe piacere avere un suo parere.
Grazie, le auguro una buona giornata.
Rita
Namasté Rita.
Un massaggio ben eseguito e giustamente orientato può risolvere i tuoi dolori. Dai vari esami eseguiti risulta che i dolori sono determinati dalla compressione dei nervi che interessano i muscoli e i tendini dei flessori lunghi dell’alluce e delle dita. L
a fibrotizzazione che si riconosce nell’immagine ipoecogena solida situata a ridosso del profilo tendineo del flessore del primo e secondo dito è l’origine del dolore: crea una compressione nervosa. Tendini, capsule articolari e strutture fibrotiche fanno parte del connettivo che è altamente innervato, pertanto molto doloroso, ma non è vascolarizzato, per cui non affluendovi sangue nessuna terapia farmacologica può essere efficace.
La terapia in questo caso consiste in una serie di massaggi che possano ottimizzare la distribuzione del peso corporeo sul piede in modo da diversificarne l’appoggio che a sua volta determinerà la scomparsa del dolore, infatti il plantare ti aiuta perché seppur per un tempo limitato, speriamo il più lungo possibile, assolve questa funzione.
Ti puoi aiutare parzialmente appoggiando il piede su un asciugamano bagnato con acqua calda posto su una borsa di acqua calda. Il caldo umido generato tende a salire penetrando nelle strutture fibrotiche del piede ammorbidendole, dovrà seguire un massaggio o un auto massaggio per disperdere l’umidità penetrata per evitarne la stagnazione.
Laozu Baldassarre