Eccomi qui, dopo aver terminato il secondo weekend, ed eccomi ancora una volta stupito del cambiamento.
Questa volta non si tratta del diverso trattamento o del modo di muoversi, o della pressione, o del modo di scoprire e muovere le ossa, ma di qualcosa che va oltre a tutto ciò, e più precisamente sto parlando di una silenziosa e sorprendente predisposizione acquisita ad assorbire, ad imparare, a… far entrare.
Non sto guardando questa mia verità dal punto di vista del rapporto operatore-cliente (paziente che sia), ma dalla ritrovata essenzialità di essere allievo. E’ un cambiamento avvenuto e che sta avvenendo a livello cellulare (certo che dopo aver studiato la cellula sembra quasi un’ovvietà), a livello strutturale dei miei tessuti, si tratta di sentire, ascoltare, assorbire cose non dette, ma anche solo intuite o toccate.
Mi sento come un tessuto osseo spugnoso (altro riferimento accademico, mi aspetto almeno un buon voto solo per questo da chi mi esaminerà!!!), e cioè poroso, pieno di reticoli e cavernette per meglio dire “trabecole”. Mi sento riempire d’informazioni che non ho ancora organizzato e digerito, ma solo gustato.
Dico gustato e non fagocitato, perché c’è una sorta di sobria delicatezza che si respira nella scuola, un profumo gentile, magari si chiama Laozu, ma è una cortese fragranza che mi piace, che accolgo volentieri, e che mi fa compagnia, non solo nella scuola ma anche nella vita quotidiana.
Incredibile, visto che non lo conosco così bene Laozu, non posso sapere se per caso si è “fatucchirizzato” per produrre una panacea inebriante, una sorta di accattivante lozione magica che intriga e rapisce, per trattenere i suoi allievi stretti a se (beh, come mago Merlino ci potrebbe anche stare).
Ma ritornando alla sensazione, la cosa sorprendente è che io sono di regola una persona molto scettica e sospettosa, mi piace pormi in questo modo anche con i miei clienti, voglio sempre essere curiosamente stupito dal risultato, eppure in questa esperienza non posso controllare questa entrata distribuita, questa sete di sapere che si uniforma e si allinea con il delicato ma deciso, e soprattutto professionale messaggio della scuola.
Sono certo dunque, che questo inizio sia di ottimo auspicio per una continuazione ancor più sorprendente.
Buon lavoro e buona digestione a tutti.
Ugo L
Namasté Ugo,
grazie per la tua testimonianza.
Questo week-end non ero a Milano per cui non ho potuto passare a salutarvi. Spero che le tue sensazioni siano condivise dal resto del gruppo e percepite alla stessa maniera. Considerando che vieni da un’altra esperienza scolastica di Riflessologia ci fa ancora più piacere percepire la tua soddisfazione.
A ogni modo bisogna rendere merito ai docenti della fine settimana che avete appena trascorso: dottoressa Marilla Buratti, colonna portante per la formazione di medicina degli studenti della Scuola Superiore Riflessologia Zu, a Deborah e Davide che hanno efficacemente trasmesso il messaggio “d’ascolto”, io non c’ero fisicamente ma il mio spirito aleggiava tra voi.
Sono molto fiero dei miei collaboratori, in realtà senza di loro non esisterebbe lo Zu Center. Sarò nuovamente con voi il prossimo week-end per la lezione sui wu xing.
Vi auguro un buon lavoro di elaborazione dei dati acquisiti, un sincero abbraccio.
Laozu Baldassarre
Ciao Laozu,
ieri Davide ci ha detto che la mobilitazione dei metatarsi può essere di ausilio alla risoluzione del neuroma di Morton.
Vorrei approfondire l’argomento poiché ho due clienti con questo problema e finora non sono riuscito a trovare una soluzione. Inoltre una delle due vuole farsi operare al più presto anche se è stata sconsigliata.
Davide mi ha anche detto che per completare il trattamento bisogna anche agire sulla muscolatura. Posso avere più informazioni? Posso scrivere, telefonare o venire al centro per parlare con Davide o con te?
Grazie.
Ugo L.
Puoi scrivere, telefonare o venire al centro per parlare con Davide o con me fissando un appuntamento.
Il neuroma di Morton è una fibrosi perineurale, formazione di tessuto cicatriziale fibroso del legamento intermetatarsale profondo, causato dalla continua frizione sul nervo dalle ossa metatarsali adiacenti, che a livello del terzo spazio distale sono più mobili rispetto ad altre parti del piede.La terapia mira a ottenere l’ammorbidimento del tessuto fibrotico in eccesso che crea la compressione e conseguente dolore.
La decontrazione dei muscoli della pianta del piede è condizione essenziale per la decontrazione e l’ottimizzazione della distribuzione del peso sui piedi.
Laozu Baldassarre