Buongiorno Maestro,
è capitato spesso in questi quattro anni di frequenza allo Zu di sentir parlare di Riflessologia da supermercato. Alcune volte mi chiedevo perché questo termine “da supermercato”, verso la Riflessologia. Ho iniziato il mio percorso carico di entusiasmo, forza di volontà e con tanta curiosità, e sinceramente dopo le prime lezioni sentendo parlare del contadino cinese, dei solchi, Yin/Yang, 5 Movimenti mi sono chiesto, come direbbe qualcuno, ma che “ci azzecca” tutto questo con la Riflessologia Plantare? Dicevo, cosa me ne frega a me del contadino cinese, del solco, del vuoto, della pentola, della non pentola ecc…
Un’altra domanda che mi ero posto era il perché di quattro anni, e a cosa servisse tutto questo tempo. Man mano che il tempo passava mi sono accorto sempre più che quegli esempi calzanti mi servivano per capire meglio le lezioni che venivano, tutto continuava a sovrapporsi ma la cosa più sorprendente era che tutto corrispondeva. Bene, sono passati quattro anni e posso dire che mi sento appena all’inizio, c’è un mondo da capire e da imparare, sono contento di capire, imparare e approfondire…
Qualche tempo fa, poco prima degli esami del IV anno, in un’ora di libertà tra una lettura sulle tipologie e morfologia, prendendo un aperitivo al bar con il mio amico, mi accorgo di un volantino che parlava di Riflessologia. In un primo momento leggendo quello che c’era scritto m’è venuto da ridere pensando ad alcune parole di Laozu in merito a questo tipo di Riflessologia. Leggendo con più attenzione sono stato attratto da questa frase: “Callosità, duroni, mal di piedi, valgismo, metatarsalgie, unghie incarnite, sono di competenza del podologo. Il Riflessologo utilizza sui piedi apparati e organi per ristabilire l’omeostasi dell’intero organismo. Se vi fa male un piede e venite per farvelo passare, potreste rimanere delusi.”
La curiosità mi è risalita fino al 20 VG e decisi di chiamare per prendere un appuntamento con il Riflessologo, la voglia di sapere era tanta, cosa avrebbe scoperto guardando i miei piedi? Dopo un breve colloquio mi fissa l’appuntamento.
Proprio ieri ho fatto visita al Riflessologo, arrivato in casa mi ha fatto accomodare su una poltrona tipo relax viste in TV, lui seduto su un trabiccolo da campeggio e ha iniziato a toccacciarmi i piedi (secondo lui avrebbe fatto prima la diagnosi e poi un inizio di terapia). Ho fatto una fatica incredibile a fingere di non sapere nulla, e a non farmi venire i flash di Laozu, ma sopratutto a non ridergli in faccia quando mi ha detto che toccando l’area riflessa dell’ipofisi era l’area in cui si trovava la prima vertebra cervicale, ma l’apoteosi è stata quando mi ha toccato l’area riflessa delle mammelle/ghiandole mammarie (epifisi prossimale del IV metatarso visione dorsale), alla mia richiesta che punto fosse, mi ha detto che quella era la “cisterna di Pecquet” (reflessologicamente posta poco sotto il I° cuneiforme).
Tornando a casa, da un lato mi veniva da ridere, dall’altro da piangere, per quello che mi aveva detto e da quante ne avesse sparate. Mi rendo conto sempre più che la scelta che ho fatto si è verificata efficace e la rifarei mille volte, sono contento della scelta, dei programmi di questa scuola che tutti gli anni prepara con dedizione e professionalità, dei docenti, degli insegnamenti ricevuti, insomma lo Zu in toto. Uso sempre due frasi, quando parlo di Riflessologia con i miei amici e anche con quelle persone che magari hanno sentito parlare anche di altre riflessologie: non voglio fare lo sborone ma la REFLESSOLOGIA SIAMO NOI, il resto e solo aria fritta o Riflessologia “low level” (da supermercato) e poi per usare un termine calcistico “non c’è né per nessuno”.
Un abbraccio.
Mu Shao Long Marcello
Namasté Marcello.
Le note musicali sono sette, ma quanta musica ci si può scrivere! E la stessa musica in quante maniere può essere suonata! Tutti cantiamo, ma non tutti siamo cantanti. Le riflessologie sono tante, i reflessologi ancora di più, una riflessologia per ogni riflessologo. Condivido il tuo entusiasmo, la raccomandazione che ti faccio è umiltà e non giudizio. Uccelli dello stesso piumaggio volano insieme. Di Mamma Ebe e Vanna Marchi ce ne sono dietro ogni angolo, quando la cicogna nello stagno chiama, solo il suo piccolo risponde: a ogni terapista i suoi pazienti, a ogni paziente il suo terapista.
Un abbraccio Marcello.
Laozu Baldassarre