Reflessologo Plantare Zu? Per prima cosa bisogna frequentare una scuola. Ci sono scuole private che organizzano corsi di varia durata, da uno o più weekend, fino a tre anni. La maggior parte di esse preparano a massaggiare piedi, il corso per diventare Reflessologo Plantare Zu, è tutt’altra cosa.
Tutte le scuole millantano riconoscimenti, ma nessuna è riconosciuta dallo stato italiano, sono riconosciuti solo da se stessi, quindi diffidate.
Reflessologia Plantare Zu…
Il Reflessologo Plantare Zu, come l’agopuntore, l’osteopata, il chiropratico, l’omotossicologo, l’omeopata e altri professionisti con metodi di cura olisitici, anche se medici, non sono riconosciuti dal Ministero della Sanità.
Se fossero riconosciuti come autentici metodi di cura scientificamente provati, si insegnerebbero all’università. Diventare Reflessologo Plantare Zu significa vivere tra essere e apparire.
Reflessologi fantasmi
Il Reflessologo Plantare Zu vive in un limbo, è un fantasma, esiste, è tollerato, ma non è riconosciuto, diventare reflessologo plantare zu diventa quindi una scelta di vita. Questa che segue è un pezzo della mia autobiografia.
Dopo quarant’anni di pratica giornaliera ininterrotta, più di trentamila massaggi all’attivo, sette libri pubblicatI, insegnato ciò che so a centinaia di allievi appassionati.
Il cielo ci ha dato un mandato da vivere…
Il mio tempo è in scadenza e anche il mio essere reflessologo plantare zu. Raccogliete il frutto delle mie esperienze, sono semi che v’invito a far germogliare per il bene e la pace di chi vi circonda.
Erano gli ultimi giorni di dicembre del 1979, con alcuni amici avevamo deciso di passare il capodanno a Parigi. Sull’autobus che ci stava portando nella capitale francese, interagendo con un compagno di viaggio, incuriosito dai miei trascorsi di volontario in Ecuador.
Mi parlò di una persona che massaggiava la pianta dei piedi, un reflessologo plantare. Viveva in una cittadina dell’hinterland milanese dove risiedeva.
Ero alla ricerca di qualcosa di alternativo a livello terapeutico, ma mai avevo sentito parlare di un reflessologia plantare. In quel periodo si stavano affacciando alla pubblica conoscenza l’agopuntura e lo shiatsu, come cure alternative, ma reflessologia plantare?
Di ricerche di aree sulla pianta del piede non ne avevo ancora sentito parlare. In quel periodo lavoravo nel reparto di pediatria presso l’Istituto dei Tumori di Milano come infermiere professionale.
Riassorbito dai ritmi quotidiani del lavoro ospedaliero quel foglietto, rimase lì ad aspettarmi fino all’estate. Però, curioso come una scimmia, come sempre sono stato, come potevo lasciar stare.
Recuperai il foglietto sul quale avevo annotato il telefono e l’indirizzo e presi un appuntamento con il reflessologo plantare. Arrivai a una casa popolare, la persona che mi ricevette allora, mi parve grosso, sopra la media, quasi un gigante.
Quando poi l’ho rincontrato qualche anno dopo, non era così grosso, assolutamente nella media, forse più piccolo di me. Scherzi della mente, della memoria, si sarà rimpicciolito lui o sono cresciuto io? Ma!
Il reflessologo plantare mi ricevette in una stanza minuscola del suo appartamento, appena c’entrava il lettino, con difficoltà ci si poteva girare attorno. In alto, sopra il lettino per i massaggi un piccolo televisore in bianco e nero, largo e alto un palmo.
Scoprii poi che gli serviva per vedere le partite della nazionale durante i massaggi, questo particolare delle partite della nazionale mi riporta al fatto che fossimo ai mondiali di calcio del 1980.
Reflessologo metalmeccanico
Operaio metalmeccanico, reflessologo plantare, titolo di studio quinta elementare, nell’immediatezza mi parve un gigante con delle manone… Reflessologo Plantare, ma!
Mi fece sdraiare sul lettino e cominciò a schiacciarmi i piedi, non a massaggiarli, un dolore bestiale! Sarei voluto scappar via, ma i miei piedi erano prigionieri delle sue mani/tenaglie.
Mentre mi comprimeva aree sulla pianta del piede, in punti specifici mi diceva cose che corrispondevano al vero. Sono passati tanti anni e i ricordi si affievoliscono, ma quell’esperienza segnò la mia vita.
Che dolore!
Mentre le mie capacità cognitive erano offuscate dal dolore, mi raccontava cose che corrispondevano al vero, non mi ricordo cosa perché nel frattempo stavo soffrendo, ma ciò che rimase dell’esperienza fu il quesito:
— Ma questo reflessologo plantare come fa a dirmi cose così precise, anche se nel suo linguaggio di operaio metalmeccanico e con un livello d’istruzione così basso?—
La storia non poteva finire lì…
La settimana successiva accompagnai l’allora mia compagna affinché anche lei si sottoponesse alla ricerca di aree sensibili sulla pianta del piede. Una lettura reflessologica dove io potessi vedere in che maniera toccava i piedi e carpire qualche segreto.
Dolori, contorsioni, tentativi di fuga anche da parte sua, ma anche conferme degli enunciati, la maniera di toccare non appariva così pesante e dolorosa come l’avevamo percepita.
Un nuovo capitolo della mia vita si stava aprendo, ma ne ero ancora ignaro. Chiesi dove avesse appreso tale tecnica e m’informò che un massoterapista di Monza teneva dei corsi nella sua casa durante i weekend. Potevo aspettare?
Primo corso per diventare Reflessologo Plantare
Alla prima occasione alla quale fu possibile partecipare eccomi presente al mio primo weekend per saperne di più sulla reflessologia plantare, alla ricerca di aree sulla pianta del piede con funzioni terapeutiche.
Il masso terapista, terza media, aveva partecipato a un corso di un weekend in Germania con una interprete. Tornato in Italia spostando poltrone e divani in casa, cominciò a sua volta a tenere corsi di Reflessologia Plantare.
Dopo due giorni avevo perfettamente messo a fuoco quanto appreso. La mappa che ci era stata consegnata era già impressa nella mia mente e avevo iniziato a massaggiare bambini, le loro madri, le infermiere e i medici del reparto di pediatria. Il concetto era semplice:
Massaggia questo punto del piede guarirai quella parte del corpo…
Niente di più!
In quel tempo non erano ancora stati pubblicati libri di reflessologia del piede in Italia. Il primo ad apparire fu quello di Clara Erede, Massaggio Zonale, Ed. RED, che era la sintesi del libro, “Sani nel domani”, della svizzera Edy Masafret.