Massaggio dei piedi – Reflessologia Plantare
Cosa fa il ghiaccio?
- Il ghiaccio applicato a una contusione paralizza le terminazioni nervose, non fa percepire il dolore, quindi assolve una funzione analgesica.
- Il freddo crea una vasocostrizione, evita l’eventuale travaso di linfa e sangue negli spazi interstiziali, conseguenza della rottura di vasi linfatici e sanguigni.
- La bassa temperatura rallenta i processi di fermentazione e putrefazione. Agisce come batterio statico, il freddo diventa un conservante e impedisce agli alimenti di danneggiarsi, di trasformarsi da alcalini in acidi.
Reflessologia plantare ghiaccio e traumi
Allo Zu Center ai nostri pazienti spieghiamo quando va utilizzato il ghiaccio o la borsa dell’acqua calda. In caso di contusione la prima cosa da farsi, se possibile, è mettere del ghiaccio, che deve essere utilizzato solo nell’immediatezza di una contusione o post intervento chirurgico.
Non va utilizzato in presenza di ematoma o travaso linfatico perché comporterebbe una solidificazione del trasudato, non è sempre la soluzione, anzi a volte può creare danni.
Da quando tempo è diffuso il suo utilizzo? «Da sempre!» Mi sento rispondere comunemente. Da sempre (?)… Ricordo che quando ero bambino, io e mio fratello, ogni volta che ci facevamo un gibollo in testa, nostra madre ci comprimeva la parte contusa con un foglio di carta gialla bagnata con acqua fredda. La carta con la quale vendevano la pasta.
Il burro lo si metteva in un piattino con l’acqua sul davanzale della finestra affinché non si sciogliesse. Il ghiaccio? Boh, mai visto. I gelati? Solo d’estate quando passava il gelataio con il carrettino. Poi basta. Mai visto il ghiaccio per uso quotidiano.
Freddo si freddo no
Comunemente si legge: “L’uso del ghiaccio per refrigerare e conservare gli alimenti deriva dai periodi preistorici, infatti le ghiacciaie erano utilizzate per fornire l’archiviazione del freddo per la maggior parte dell’anno.”
Probabilmente io sono anteriore ai periodi preistorici perché i gelati li ho sempre visti solo in estate. Tengo a precisare che sono di origine abruzzese, terrone si, ma non terzo mondo.
I frigoriferi arrivano negli anni ’50
I frigoriferi? Ero alle elementari, (1959-1964), una volta andai a casa di un compagno di classe benestante, in casa mia si diceva “ricco”, e per la prima volta vidi un frigorifero.
«E’ uno Zoppas!» Mi disse, la prima lettera era un (tre), anche la Z (zeta) mi avevano cambiato! Era una specie di mobile bombato, alto circa un metro e venti.
Per aprirlo un pedale, una serratura nella maniglia lo teneva chiuso a chiave. Pensai che i ricchi chiudevano sempre a chiave le loro dispense per non essere derubati dai poveri.
In realtà il boom degli elettrodomestici in Italia si ebbe solo dagli inizi degli anni ’70. Quindi anche l’utilizzo del ghiaccio, gradualmente, lo possiamo far risalire a quegli anni, anche se in alcune aree già esistevano le ghiacciaie.
Nell’ambito terapeutico traumatico e sportivo il suo uso oggi è cosa comune ed è raccomandato anche a domicilio per usi propri e impropri.
Fin qui tutto corretto e accettabile. Possiamo affermarne l’efficacia terapeutica se l’uso del freddo intenso è in limitate quantità di tempo e intensità, oltre si otterrebbe una necrosi da freddo.
La raccomandazione quindi è di utilizzarlo solo in prossimità del trauma, prima che sia avvenuto il gonfiore, manifestazione di travaso.
Se lo mettiamo su un ginocchio o una caviglia gonfia, l’unico risultato che otterremo sarà quello di far cristallizzare il liquido trasudato rallentandone il riassorbimento.
Il nostro corpo, per qualsiasi aggressione, fisica o emozionale, che ritiene di aver ricevuto, tende sempre e solo ad innalzare la propria temperatura, per cui avremo sempre manifestazioni febbrili.
Quando è pericoloso
Quando ero bambino e avevo la febbre alta, mia madre bagnava un fazzoletto all’acqua fredda messa in una bacinella, 16°/17°, quella del rubinetto. Me lo metteva sulla fronte e ripeteva frequentemente il gesto.
Per effetto della temperatura alta il fazzoletto si scaldava rapidamente. Perché non metteva la borsa del ghiaccio? L’ho già detto, non avevamo il frigo, quindi niente ghiaccio.
Cosa succedeva col fazzoletto bagnato? Il caldo per motu proprio si sposta sempre verso il freddo. Il corpo cedeva calore al fazzoletto bagnato freddo. La temperatura, anche se limitatamente si spostava da dentro il mio corpo verso l’esterno.
Senza traumi si otteneva una dispersione del calore e conseguente abbassamento della febbre. Cosa avviene se invece del fazzoletto bagnato a 16°/17° mettiamo la borsa del ghiaccio?
Quando non utilizzarlo
In caso di febbre alta non utilizzare il ghiaccio. Con una escursione termica, da 38°/39° a -3°/-4°, si crea una immediata vasocostrizione con tutte le conseguenze del caso.
Non si ottiene uno spostamento della temperatura dalla testa verso il fazzoletto, ma c’è una “repressione” del calore. Le parole chiave che differenziano questo fenomeno sono quindi, “dispersione” e “repressione” del calore.
Se il buon senso ci induce a non mettere il bambino nel frigo, perché si vuol mettere il freddo del frigo sulla testa del bambino? Mi è capitato di trattare persone che da mesi continuavano a mettere il ghiaccio su aree gonfie e tumefatte in attesa che si risolvesse il gonfiore, come gli era stato suggerito di fare in ospedale… senza dare indicazioni di tempo.
Ginocchia e caviglie dure e fredde, da sembrare pezzi di marmo e continuavano a mettere il ghiaccio.
Massaggio/messaggio e reflessologia zu
La particolarità del nostro massaggio messaggio, la capacità di penetrare con le dita negli spazi virtuali delle articolazioni, l’azione di pompaggio delle aree muscolate e vascolarizzate.
L’imput pressorio e drenante, la generazione di pressione negativa e quant’altro, diventano uno strumento indolore e non invasivo capace di risolvere anche in breve tempo problemi di questo tipo.