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Fascite plantare, un problema diffuso

fascite plantare

Gentile Baldassarre,
osservando il sito della sua scuola e le informazioni relative alla riflessologia plantare e i trattamenti da Lei effettuati ne sono rimasta colpita e vorrei brevemente illustrarle la mia situazione per poter avere dei consigli su una possibile terapia.

Sono una ragazza di 23 anni e da 1 anno e 7 mesi soffro di fascite plantare e/o tallonite (i vari medici e specialisti che mi hanno visitata così l’hanno definita) e dopo aver fatto radiografie, risonanze magnetiche (da cui non risultava alcuna alterazione della struttura ossea) ho iniziato a usare plantari, me ne hanno fatti 5 diversi nel giro di un anno e ho fatto varie sedute di Tecar e fisioterapia senza alcun miglioramento.

Il dolore colpisce soprattutto la zona del tallone e a volte la zona centrale dei piedi (entrambi i piedi) e non mi permette di stare in piedi per più di 3 ore al giorno. Ho provato varie cure di antinfiammatori e addirittura cortisone poiché il dolore è davvero insopportabile e m’impedisce di stare in piedi e quindi lavorare e svolgere qualsiasi attività.

Sono davvero disperata perché ho dovuto cambiare il mio stile di vita e non riesco a trovare miglioramenti nonostante le varie cure. Le scrivo perché vorrei sapere se la Riflessologia plantare potrebbe aiutare la mia situazione, capisco che per e-mail non è possibile fare una diagnosi ma dato che sono di Perugia vorrei sapere se ne vale la pena di affrontare un viaggio a Milano.

Dal sito mi è sembrato di capire che la sede è a Milano e se Lei mi parla di una possibile terapia e cura, io potrei trasferirmi per un periodo a Milano.

Attendo sue notizie.
Cordialmente.

Alessia


Namasté Alessia.
In queste situazioni, ciò che intristisce della medicina allopatica e di chi la pratica, è l’incapacità di rielaborare i propri insuccessi. Perché si accaniscano sui sofferenti con terapie che non danno risultati soddisfacenti? Perché non orientano il loro punto di vista anche in altre direzioni?

Fascite e tallonite non sono l’origine del problema, sono solo la foglia, la manifestazione ultima in termini cronologici e topografici del problema. L’origine comunemente è determinata dalla contrazione della catena muscolare posteriore che inizia dalla base del cranio. La tua schiena sta vivendo un’eccessiva contrazione continuata dovuta a stress o quant’altro.

Come hai compreso perfettamente non posso fare una diagnosi a distanza, l’esperienza però insegna. Per il momento posso darti dei consigli in attesa di una tua decisione per un incontro qui a Milano.

Tendini, legamenti, capsule periostee sono strutture connettive, connettivanti, uniscono o tengono insieme, sono molto innervate, per questo particolarmente dolorose, ma non sono vascolarizzate. Per la non vascolarizzazione il farmaco non ha azione diretta su di esse. Gli antinfiammatori e cortisonici in particolare asciugano, seccano la loro fisiologica umidità, ne determinano la riduzione di elasticità e ne aumentano la possibilità di rottura, come si evidenzia in tanti atleti anche giovani.

In attesa divederci ti suggerisco dei rimedi che potrebbero apparire banali ma che sono sicuramente efficaci.

  • Su una borsa di acqua calda poni un asciugamano bagnato, appoggia sopra il piede, sarà raggiunto da un’informazione caldo/umido che determinerà la decontrazione dell’aponeurosi plantare dandoti sollievo. Appoggia anche orizzontalmente la gamba sulla borsa per scaldare il gastrocnemio (polpaccio) e il Tendine d’Achille
  • Utilizza scarpe con un tacco un po’ più alto con le quali sei abituata a camminare, determinerà un allentamento della contrazione muscolare della schiena
  • Fatti massaggiare la schiena per allentarne le contrazioni

Sono soluzioni parziali e momentanee, meglio queste che il dolore persistente.
Non disperare, un caro saluto, ti aspetto.

Laozu Baldassarre

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