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Utero SOS 800 536 693, Reflessologia Plantare Zu

Utero fonte di somatizzazioni

Utero e Reflessologia Plantare Zu. E’ un organo presente solo nel corpo femminile ed è fonte primaria di somatizzazioni. Per forma e funzioni distingue la donna dall’uomo. L’area riflessa è situata a metà strada tra il malleolo interno e la tuberosità inferiore interna del calcagno. Attraverso i piedi è in grado di darci notevoli quantità di indicazioni nell’interpretazione morfologica e psicosomatica. La donna si è sempre identificata con l’utero e  il concetto di maternità.

Utero fecondazione e la riproduzione

La fecondazione e la riproduzione, sono sempre state interpretate nel contesto della continuità della specie. Uno degli elementi che caratterizza a livello fisico, la differenza tra uomo e donna è l’apparato della riproduzione. In maniera più o meno consapevole, la donna tende a identificarsi con l’utero come un archetipo.

Utero indicativo del femminismo militante

«L’utero è mio e me lo gestisco io!» o «La donna è mobile…» dal Rigoletto di Verdi o «La donna è lunatica.» Frasi che nella simbologia del linguaggio si associano al principio della donna/luna. Utero Reflessologia Plantare Zu. Mese lunare 28 giorni, ciclo mestruale 28 giorni, da contrapporsi all’uomo/sole, riferimento fisso, costante.

Per la donna rappresenta un’importantissima fonte di somatizzazione e prova ne è il riscontro morfologico nell’area riflessa. Un uomo al quale sia stata asportata la prostata, nell’area riflessa corrispondente del piede non appare nessuna manifestazione.

Utero, interventi chirurgici, ciò che appare sui piedi

Invece in una donna che subisce un’asportazione dell’utero, o solamente la cauterizzazione di una piaghetta o un aborto, avrà manifestazioni riflesse sul piede in relazione di quanto il problema abbia influito sulla sua psiche.

Dopo un aborto o un’isterectomia, appare una fossetta ben evidente nell’area riflessa. Se tendiamo la pelle circostante fino a farla scomparire, la rivedremo apparire non appena lasceremo andare.

Nei casi di piccoli interventi sull’utero sarà probabilmente di dimensioni inferiori. Mi è capitato d’incontrare donne con manifestazioni morfologiche riflesse caratteristiche di un’isterectomia, fossetta profonda, ma che in realtà dichiaravano di aver subito solo un aborto.

Fossetta superficiale

Così come ho incontrato casi completamente opposti: persone che avevano subito un’isterectomia ma la cui fossetta era molto superficiale. Questi esempi ci spiegano come la comparsa dell’alterazione sia legata più al vissuto emotivo della persona che non all’evento fisico in se.

La catalogazione di centinaia di casi ha dato questo tipo di responso preciso e logico, in cui rientrano manifestazioni di diverso tipo. In presenza di fossetta nell’area riflessa dell’utero prendiamo in considerazione:

  • a) l’ampiezza
  • b) la profondità
  • c) la forma dei bordi
  1. a) L’ampiezza ci da indicazione dell’importanza dell’intervento: isterectomia, raschiamento susseguente a emorragia, asportazione di un fibroma, comunque una dimensione sicuramente più fisica.
  2. b) La profondità della fossetta ci dà la misura della sofferenza fisica che la donna ha provato con l’intervento subito.

Per le mie pazienti anziane un lettino alto quanto una sedia

Agli inizi dei miei studi reflessologici le persone anziane erano la maggioranza. Le facevo accomodare su un lettino che avevo realizzato per loro. Alto tanto quanto una sedia. Me lo ero costruito per evitare che dovessero arrampicarsi o cadere da un lettino più alto. Seduto a terra su un tappeto, mi muovevo in continuazione.

Gambe incrociate, seduto sui talloni, con un ginocchio o entrambi a terra. In qualunque posizione ritenessi opportuno per avere l’inclinazione idonea delle dita delle mani rispetto ai piedi, in rapporto alle aree riflesse che stavo trattando. Il lettino basso riduceva il disagio del doversi arrampicare.

Le persone anziane, chi aveva mal di schiena o altre limitazioni motorie, beneficiavano e ringraziavano di quest’attenzione.

Una lampada con lente per illuminare i piedi

Anche il lettino che uso tutt’ora è più lungo e più largo dei così detti lettini d’ambulatorio. Questi hanno  misure antropometriche anteguerra. Al mio fianco, avevo una luce sempre accesa. Una grande lente d’ingrandimento, innestata su un braccio pieghevole con luce incorporata. Mi serviva per evidenziare i particolari dei piedi, che sono stati la base dei miei studi e che hanno portato alla nascita della Relessologia Zu.

Remember

Ora racconto alcuni eventi che hanno segnato traumaticamente e psicologicamente la mia vita di reflessologo diagnosta. Probabilmente anche quelle di ignare pazienti che erano venute per tutt’altri motivi e che si sentivano denudare dalle mie letture. In quell’epoca non si conosceva la reflessologia come oggi, si era veramente agli inizi. Con il passare degli anni i ricordi si sono affievoliti, ma rileggendo i testi precedenti riaffiorano alla memoria.

Il segreto di una “signorina”

Utero Reflessologia Plantare Zu. Venne da me una ragazza molto giovane, non ricordo più per quale motivo, ero così preso dal mio lavoro di ricerca, da trascurare la motivazione per la quale fosse venuta. Ricordo lo stupore stampato sul suo volto, l’imbarazzo e la paura di essere stata scoperta, quando le chiesi di confermare quello che il piede indicava.

Manifestazione riflessa di un evento traumatico riferibile a un aborto. Il suo fu un sì così profondamente imbarazzato e stupefatto, che imbarazzò anche me per il dolore e la sorpresa della risposta. Inaspettatamente le avevo riaperto una ferita che faticosamente tentava di tenere chiusa. Non si sarebbe mai aspettata che guardandole i piedi gli facessi riemergere un vissuto così doloroso.

Reflessologo o mago?

Volle sapere come fossi riuscito a scoprire, attraverso i piedi, una sofferenza così profonda e intima di cui nessuno, al di fuori del suo ginecologo era a conoscenza. Sull’area riflessa dell’utero appariva una fossetta di piccola entità con i bordi nettamente acuti. Indice di un intervento chirurgico sull’utero di lieve entità fisica, ma di grande sofferenza emozionale.

Mi raccontò che, durante un rapporto sessuale con il suo fidanzato, aveva vissuto nettamente la sensazione di essere rimasta incinta. Trepidante e con la speranza che ciò fosse solo una sua sensazione, attese l’arrivo delle mestruazioni. Dopo due giorni di ritardo fece un test di gravidanza che risultò positivo. Il terzo giorno interruppe la gravidanza attraverso l’aspirazione dell’embrione.

Piccola chirurgia, grande dolore

Date le minime dimensioni del feto, non soffrì assolutamente di questo micro intervento chirurgico. Ma l’entità dell’azione chirurgica non era risultata altrettanto lieve come il suo trauma psichico. Sul piede appariva una fossetta con i bordi molto ben definiti e taglienti. Le spiegai che l’utero è per la donna una forma di archetipo identificativo.

Tutte le manifestazioni inerenti alla nascita sono riscontrabili anche nell’area riflessa dell’utero. Ancora oggi, a rileggere quanto scritto, mi emoziono e soffro per l’inutile dolore infertole.

Oggi sono un diagnosta diverso

Le mie diagnosi sono cambiate, quando vedo alterazioni dell’area riflessa dell’utero, ciò che vedo lo tengo per me, serve per una mia personale diagnosi. Diventa un tassello della lettura, ma non vado più a cercare conferme dalle pazienti.

A meno che ciò non entri a far pare di un dialogo più ampio o comunque connesso all’argomento che sto trattando con la paziente stessa. In quella circostanza, preso dal sacro fuoco della ricerca, che Yi Jing definirebbero “stoltezza giovanile”.

Non tanto per l’attitudine alla ricerca, che se non fosse stata tale non sarei qui a raccontarvi queste cose. Ma per la totale mancanza di tatto nell’evidenziare eventi di cui avevo il bisogno di conferma. Le pazienti avrebbero fatto volentieri a meno di ricordare tale eventi, tanto più che in quel tempo non erano ancora così determinanti per la terapia.

L’aborto dell’anziana signora

In un’altra occasione, feci una rilevazione simile a una signora più che settantenne. Fece un sobbalzo sul lettino, tremolante negò un evento del genere, scambiandosi occhiate d’imbarazzo con la sorella presente, anche lei più che settantenne. Mi scusai, spiegando che mi trovavo in una fase di studio e di ricerca.

La mia non era un’asserzione, ma una domanda per confermare o meno le osservazioni delle mie ricerche. La settimana successiva la signora tornò per la terapia, da sola, e mi chiese scusa per avermi detto una bugia la volta precedente, quando ci eravamo visti.

Il segreto della sorella

Erano due sorelle vissute sempre insieme che non si erano mai sposate. Effettivamente cinquant’anni prima, all’età di ventiquattro anni, lei aveva avuto un rapporto sessuale con conseguente aborto, ma nessuno ne era venuto a conoscenza. Immaginate quindi il suo disagio di sentirsi scoperta, a distanza di cinquant’anni.

Una persona che va da un reflessologo per un mal di schiena, considerato che allora non si sapeva nemmeno cosa fosse un reflessologo e si sente chiedere, in presenza della sorella con la quale viveva da una vita: «Signora lei ha avuto un piccolo intervento sull’utero? Un aborto? Una piaghetta bruciata? Un piccolo fibroma?» Dolori immolati sull’altare della ricerca.

Senza utero si vive lo stesso

Questa invece fu un’esperienza che mi segnò notevolmente per altre motivazioni. Situazione analoga, ma dai risvolti completamente opposti. Una signora attempata alla quale chiesi se avesse subito un intervento di raschiamento in quanto sul piede appariva una fossetta piuttosto ampia e con i bordi molto collinari, non spigolosi.

Mi rispose che aveva subito un’isterectomia, inizialmente rimasi stupito, poi compresi, data la sua età l’intervento non le aveva procurato alcun trauma a livello psicologico. L’intervento l’aveva lasciata totalmente indifferente. Infatti la sera stessa, ancora col catetere vescicale allacciato a un contenitore per le urine, con grande senso di humor aveva messo il sacchetto con le urine dentro la borsetta di pelle di coccodrillo. Se ne andava passeggiando per l’ospedale a consolare le altre pazienti.

Isterectomia pediatrica

Poco tempo prima di lasciare il reparto di pediatria dell’Istituto dei Tumori di Milano, ebbi l’occasione di verificare i piedi di una dodicenne alla quale era stata praticata un’isterectomia.

Ogni giorno andavo a verificare se appariva qualcosa sui suoi piedi. Non è mai apparsa alcuna alterazione riferibile all’intervento, in quanto la poverina, non avendo vissuto il menarca e le implicazioni psicologiche, non aveva somatizzato il problema.

Comunque tutte le manifestazioni sopracitate, come pure tutte le somatizzazioni, sono da differenziare, in sede di diagnosi, a seconda che si verifichino sul piede sinistro o destro.

L’utero identificativo del “se”

Oggi quando parlo di utero l’associo al “Sé”, al concetto Terra e tutto ciò che gli corrisponde. Quando massaggio porto l’attenzione alle aree colorate di giallo, allo strato corporeo connettivo, al percorso dei meridiani milza e stomaco.

L’apparato riproduttivo femminile con la sua mobilità fisiologica o immobilità patologica: retroversione, fibrotizzazione, alterazioni del ciclo mestruale, sono un cavallo di battaglia per l’altissima capacità di risoluzione dei problemi connessi. Sempre considerando, che non diamo e non prendiamo, ma mettiamo in movimento la nostra fisiologica capacità di auto guarigione.